La rivoluzione russa in Ucraina. La storia di Nestor Makhno illustrata da Jean Pierre Ducret, volume 2, Biblioteca Archivio Germinal, 2015, euro 15.
Raccontare la storia di Makhno con le immagini. Questa era l’idea di Ducret. Ma il suo segno, inizialmente, era più adatto ai manifesti (segni larghi per essere letti sui muri delle città) che ai fogli da disegno, così comincia a disegnare e cancellare, rifare, gettare tutto di nuovo, e nel frattempo studiare. Studia la storia di questo personaggio un po’ dimenticato anche dal movimento anarchico. Studia il periodo della rivoluzione sovietica, la geografia e l’ambiente ucraino, i documenti e le immagini, per ricreare sulla carta le atmosfere, i personaggi e i luoghi. Quello che ne risulta è una storia fatta di storie che tratteggia il quadro di un periodo molto complicato.
Le tavole di Ducret ci portano, con la forza di un treno che viaggia nel tempo e nello spazio, nelle storie di Emma Goldman, Alexander Berkman, Piotr Kropotkin, Senia Flecin, in quelle dei semplici contadini e disertori dell’armata rossa che si uniscono ai makhnovisti; si sposta da Gulaj-Pole (città natale e quartier generale di Makhno) a Mosca, a Berlino, a Odessa o nelle immense distese ucraine sul dorso di un cavallo o in un treno fumante. Ci guidano attraverso i personaggi, che ci raccontano in prima persona i loro ricordi, i loro incontri e le loro avventure; ci ritroviamo così a cavalcare nella neve o a bere vodka in squallide bettole, o ancora in mezzo alle imboscate compiute da Makhno e i suoi compagni per cacciare dalle terre ucraine i nemici del popolo: Wrangel con la sua armata bianca e Trozky con l’armata rossa. Ci guidano nei territori liberati dove nascono collettività contadine, dove i campi divengono di chi li coltiva e le decisioni vengono prese nelle assemblee pubbliche.
Jean Pierre Ducret, che non è un fumettista di professione ma che già dal primo volume ci ha fatto capire quanto sono potenti le sue immagini, unisce il suo tratto, che dai tempi dei manifesti si è affinato, con continue citazioni e rimandi ad altri fumetti, film, quadri, disegni dell’epoca e fotografie. Tutto (o quasi) quello che esce dalla bocca dei personaggi è ripreso da testi di chi ha vissuto realmente quel pezzo di storia, un riferimento tra tanti è La rivoluzione sconosciuta di Volin.
Una caratteristica di questo lavoro disegnato da un “signore francese” è che esce per la prima volta in lingua italiana e che (per ora) non è mai stato pubblicato in Francia. Come mai? La storia del fumetto inizia negli anni ottanta quando Jean Pierre Ducret ancora aveva un tratto largo e si ispirava alle serigrafie di Flavio Costantini per creare manifesti per i compagni francesi (se ne possono trovare molti esempi nel sito http://placard.ficedl.info). Partecipando ai congressi internazionali della federazione anarchica Ducret conosce Alfonso Nicolazzi, il quale lo spinge a continuare il suo lavoro così da poterlo stampare, un giorno, nella tipografia di Carrara. La tipografia dove si stampa questo giornale. Purtroppo Alfonso non è riuscito a vedere la stampa del fumetto; in questo volume Jean Pierre ha inserito un chiaro omaggio ad Alfonso per ringraziarlo della spinta che gli ha dato nel portare avanti questo progetto.
La Biblioteca Archivio Germinal, di cui Alfonso fu un componente, oggi ha il piacere di portare avanti l’opera. Non è stato facile. Anche la nostra parte di lavoro è stata lunga e complicata. Fotografare le tavole, tradurre il testo, creare un font dalla scrittura di Jean Pierre, cancellare dai baloon la scritta originale e sostituirla col testo tradotto, rileggere, correggere. Infine stamparlo. E dopo? E dopo viene la parte forse più dura: promuoverlo. Portarlo in giro, farlo conoscere, perché non è finita qui. La storia continua… E forse non saranno solo tre, come previsto inizialmente, i volumi dell’opera.
Silvio Corsini
Il fumetto verrà presentato il primo ottobre a Carrara (ore 17.30, sala di rappresentanza del comune) e il 3 a Firenze (16.20, Obihall).
Si può richiedere al prezzo di lancio di 15 euro all’indirizzo archivio.germinal@gmail.com e sul sito www.makhno.org.